
Un ruolo di vertice era stato assegnato a Patrizia Bizzarro, che controllava le attività di estorsione e spaccio di droga. Il gruppo imponeva il pizzo sotto forma di contratti in favore di un istituto di vigilanza a loro vicino. I negozianti venivano avvicinati ed intimoriti, anche mediante l’uso di bombe carta fatte esplodere davanti ai negozi. A loro veniva ordinato di rescindere il contratto con i vecchi vigilantes per affidarsi alla nuova ditta sponsorizzata dal clan.
Tra gli attentati riconducibili al gruppo camorristico dei Barbato figurano quelli all'impresa funebre Salomone, alla macelleria Di Palo e a una società di costruzioni.
A Giuseppe Gallo era affidato un ruolo di procacciatore di affari per conto dei Barbato. Era lui a mettersi in contatto con i commercianti per imporre il nome della ditta di vigilanza privata o di onoranze funebri da contattare perché ritenute vicine alla camorra locale.
In caso di rifiuto, entrava in scena Ciro Gallo, fratello di Giuseppe e fedelissimo di Mariano Barbato. Gallo si occupava delle ritorsioni oltre a gestire una società di pompe funebri, “La pace eterna”, anch’essa sponsorizzata dalla cosca.
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