UNIONE NAZIONALE AUTONOMA DEL LAVORO VIGILANZA PRIVATA SEGRETERIA PROVINCIALE DI NAPOLI

martedì 22 luglio 2014

La cosca imponeva vigilantes e pompe funebri: i NOMI dei fermati

 Scacco al nuovo clan camorristico dell’area nord di Napoli: tra i 17 fermati ci sono i fratelli Mariano, Aniello e Carlo Barbato e la loro madre, Patrizia Bizzarro. Secondo quanto accertato dagli investigatori, era Mariano Barbato, 25 anni, (verosimilmente su delega dei boss del clan Moccia) il capo di questo nuovo gruppo camorristico attivo tra Afragola, a Casoria, Caivano, Crispano e Cardito.
Un ruolo di vertice era stato assegnato a Patrizia Bizzarro, che controllava le attività di estorsione e spaccio di droga. Il gruppo imponeva il pizzo sotto forma di contratti in favore di un istituto di vigilanza a loro vicino. I negozianti venivano avvicinati ed intimoriti, anche mediante l’uso di bombe carta fatte esplodere davanti ai negozi. A loro veniva ordinato di rescindere il contratto con i vecchi vigilantes per affidarsi alla nuova ditta sponsorizzata dal clan.
Tra gli attentati riconducibili al gruppo camorristico dei Barbato figurano quelli all'impresa funebre Salomone, alla macelleria Di Palo e a una società di costruzioni.
A Giuseppe Gallo era affidato un ruolo di procacciatore di affari per conto dei Barbato. Era lui a mettersi in contatto con i commercianti per imporre il nome della ditta di vigilanza privata o di onoranze funebri da contattare perché ritenute vicine alla camorra locale.
In caso di rifiuto, entrava in scena Ciro Gallo, fratello di Giuseppe e fedelissimo di Mariano Barbato. Gallo si occupava delle ritorsioni oltre a gestire una società di pompe funebri, “La pace eterna”, anch’essa sponsorizzata dalla cosca.

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